Si è conclusa la manifestazione del Puglia Wine Fest ad Alberobello ed ancora, in piazza del popolo, riecheggiano le note della splendida serata con gli Sciamaballà. Una serata all’insegna della buona musica suonata ricca di energia e voglia di divertire e far ballare il pubblico.
Suoni inusuali alternati a quelli veri della tradizione sono il il cocktail perfetto per arrivare al cuore della gente con spontaneità, ed in questo gli Sciamaballà sono dei veri maestri.
L’ensemble compie un vero e proprio viaggio nella musica e nella danza che parte dalla tarantella classica del Gargano sino ad arrivare all’estremo sud della Puglia in quelle terre bagnate dal Mediterraneo, scrigno di infiniti tesori sommersi da pirati e corsari e complice della varietà etnica che traspare dai volti degli abitanti delle terre, così differenti tra loro.
Tradizioni che si intersecano e si riannodano al presente, che riaffiorano nei passi delle romantiche tarantelle, delle scatenate pizziche e delle danze del profondo sud, scandite dal ritmo ipnotico di tamburelli. La cura dai mali del passato, quelli provocati dal morso velenoso della leggendaria taranta, i mali di una società stremata dalle difficoltà e dalla povertà che diviene oggi, similmente, una cura contro la frenesia e la piattezza della società moderna. Una cura, dunque, che ieri come oggi avviene a suon di pizzica pizzica, danza forte, calda e liberatoria.
Oltre a condividere la loro matrice popolare, i componenti degli Sciamaballà sono forti di provenienze musicali singolarmente disparate, che spaziano dai repertori classico e contemporaneo, rock, antico, jazz, dance ed etnico. Tutto ciò porta ad una riproposizione molto colorita del repertorio tradizionale del sud e ricca di sottigliezze ed energie sempre rinnovate, sebbene scaturite da esecuzioni molto spontanee, liberatorie appunto e, in ogni caso, festose.
Sul palco oltre alla musica dal ritmo forte, quasi violento, del tamburello, intrecci e cascate di note dell’organetto , il vibrato delle armoniche melodie del violino, la certezza della granitica chitarra contrastata dalla dolcezza del violoncello, c’è la danza appassionata che la musica popolare richiede per concretizzare al massimo la sua espressività.