Il progetto Puglia Taiko, prende vita dalla sperimentazione e dalla ricerca fatta con Puglia in L’Ove. Un connubio perfetto per avvicinare due culture differenti e molto lontane tra loro. La musica popolare pugliese incontra il Taiko giapponese fondendosi in suoni e puro potere musicale. La marzialità con cui vengono percosse le pelli dei tamburi entra in contrasto con l’eleganza con cui vengono suonate le pelli dei tamburelli pugliesi e le percussioni giapponesi, chiamate Taiko, sono da sempre utilizzate come strumenti per la musica popolare e religiosa fino agli inizi del ‘900. Lo spettatore rimane affascinato e colpito non solo dall’intensità del suono dei tamburi, ma anche dall’energia e dal dinamismo dei suonatori. Suonare il Taiko, non è soltanto percuotere la pelle del tamburo con robuste bacchette di legno, ma significa esprimere la musicalità giapponese con precisione di gesti e ritmo, muovendosi all’unisono con i compagni. Introdotto in Giappone dalla Cina in epoca Kamakura (1192-1333), il Taiko divenne parte integrante della cultura giapponese come strumento per comunicare con gli dei ma anche per cacciare, per infondere coraggio in battaglia. Nei monasteri buddisti segna il tempo e ritma la recitazione dei Sutra. Rappresenta la voce del Buddha che chiama i fedeli ad ascoltare il Dharma. In questo progetto, la tradizione pugliese incontra le sonorità occidentali in un repertorio totalmente inedito. I testi, scritti prevalentemente in dialetto salentino, raccontano di una serie di legami possibili fra due culture apparentemente lontane fra loro, ma che molto spesso oggi, per scelta o per necessità, si trovano a convivere. Filo conduttore del progetto è la magia e la potenza dei ritmi delle due culture. Impossibile assistere impassibili allo spettacolo Puglia Taiko e rimanere seduti e composti. Il ritmo che fa muovere il piede e smuovere l’anima abbattendo chilometri di distanza. Puglia e Giappone insieme in uno spettacolo unico. Numerose le apparizioni in diversi festival in tutta italia.